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Come abbiamo avuto modo di vedere nella prima puntata di questa mini-rubrica, quello che bisogna fare se siamo soliti avere degli “attacchi da abbuffata”, è spezzare il circolo vizioso che lega una severità eccessiva che imponiamo nei confronti del cibo a questi momenti di sfogo completo.

La battaglia contro “fame nervosa” si gioca sul campo della psicologia, campo impervio e pieno di sorprese (belle o brutte che siano). Dobbiamo imparare a conoscerci e ad ammettere i nostri punti deboli: solo così potremmo essere i migliori alleati della nostra salute (e non, come spesso siamo, i suoi peggiori nemici)!

La prima cosa da fare è smettere di pensare al cibo come a qualcosa a cui dobbiamo rinunciare forzatamente mentre lo desideriamo spasmodicamente. Come abbiamo visto, questo dinamica rinuncia/desiderio aumenta non fa altro che aumentare esponenzialmente rabbia, stress e tristezza, rovinando anche i momenti di piacere che il cibo ci può regalare.

Proprio il piacere, a ben pensarci, può essere un valido antidoto agli attacchi da abbuffata. Come? Dobbiamo ricordarci di fare cose belle! Cose che ci diano gusto, facendo le quali siamo felici e stiamo bene. Spesso le nostre vite sono costrette dai DEVO, che regolano ogni momento della giornata…e soprattutto i nostri momenti a tavola! In questa situazione è fisiologico che cerchiamo una valvola di sfoga nel saccheggiare la dispensa.

Facciamo un esperimento. Prendiamo carta e penna e buttiamo giù di getto 10 attività piacevoli che ci vengono in mente, 10 passatempi che occupino un’oretta del nostro tempo e che possiamo fare tutti i giorni. Prima scriviamoli, poi pensiamo alla fattibilità, agli eventuali costi, e li mettiamo in ordine in modo da renderli realizzabili. Qui abbiamo carta bianca: veramente pensiamo a cosa ci piace più fare e scriviamolo. E facciamolo!

Qual è il trucco? Compiere queste attività con costanza, in modo piacevole, ci toglierà il falso bisogno di mangiare con cui troppo spesso riempiamo i momenti vuoti. Facendo qualcosa di bello ci distraiamo in modo piacevole, e sostituiamo un momento di stress (e di pentimento, per aver “sgarrato” la dieta) con un momento di felicità: che sia fare la manicure, cercare idee per regali online, preparare un collage di fotografie, o fare un bagno caldo, qualunque cosa può andare bene!

E se mi piace mangiare? Direte. Ebbene, tra queste attività piacevoli da compiere non è necessario escludere una buona cena al ristorante! L’importante è tornare ad un sano rapporto col cibo, senza eccessi né restrizioni eccessive, e se scegliamo mangiare al ristorante perché ci piace è sintomo che siamo sulla strada giusta. Se ci pensate, infatti, quando abbiamo gli attacchi da abbuffata non ci gustiamo nemmeno il cibo…

 

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