
Le regole sono cambiate!
Se ci si vuole allenare fisicamente è meglio seguire delle regole, questo è certo. Nessuno si può improvvisare personal trainer a meno di non incorrere in rischi dannosi e inutili. È giusto infatti affidarsi a chi prima di noi ha fatto tentativi e tentativi per capire come migliorare l’allenamento del fisico e ridurre i rischi per la salute. Questo è giusto, certo, ma affidarsi alla “tradizione” non deve mai eliminare a priori ogni possibilità di progresso e, nel caso del fitness, della scoperta di nuove frontiere dell’allenamento!
In particolare, in questo articolo vogliamo porre l’attenzione su alcuni dettami dell’allenamento fisico che sentiamo ripetere dovunque da diversi decenni e che sono diventati una specie di tavola della legge intoccabile, una serie di dati di fatto che sono imposti dal sentire comune a chiunque voglia allenarsi e da cui non ci si può in alcun modo discostare. Ma sono davvero regole così valide come sembra? In realtà, ci sono evidenze che dimostrano il contrario, e ora proveremo a vedere come correggere alcuni comportamenti, cercando di sfatare alcuni dei miti più longevi che riguardano l’allenamento fisico.
Una delle “regole” che va tanto di moda, specialmente, tra le donne, è quella che consiglia di allenare i propri muscoli (per esempio quelli delle braccia o delle gambe) utilizzando pesi minimi, in modo da rassodare la parte del corpo interessata senza “gonfiare ” troppo il muscolo e avere un ingrossamento anti-estetico. Ma è semplicemente falso asserire che alzare pesi impegnativi ci faccia necessariamente assomigliare a degli Hulk redivivi. Quello che bisogna fare in realtà è altro.
Bisogna scegliere dei pesi che “sfidino” la nostra forza: bisogna, cioè, imparare a selezionare il peso giusto in rapporto alla nostra forma fisica del momento, in maniera tale che alla fine della serie di alzate (per esempio dei bicipiti) il nostro muscolo sia stato sollecitato abbastanza da essere esausto. Solo quando è esausto e portato al punto di “rottura”, infatti, il muscolo si fortifica e viene potenziato e rassodato. Non serve a nulla quindi scegliere pesi minimi che a mala pena ci fanno sentire stanchi solo perché siamo convinti che solo in questo modo eviteremo di ingrossarci sproporzionatamente. Per raggiungere tali livelli occorre passare ore e ore in palestra e, a meno che non lo vogliamo, direi che non corriamo assolutamente il pericolo!
Un’altra convinzione molto radicata tra coloro che praticano allenamento fisico è che la molta fatica (e a volte anche il dolore) siano sintomi di un buon allenamento. Questo atteggiamento nei confronti del fitness è ben riassunto dal motto inglese: no pain no gain (senza soffrire non si ottiene nulla). Anche qui, attenzione. Quella che potrebbe sembrare un innocuo tentativo di auto-stimolazione e auto-incitamento può risultare controproducente ai fini dell’allenamento e addirittura dannoso per la salute.
In realtà, infatti, se un esercizio ci risulta così impegnativo da essere doloroso o eccessivamente affaticante, dovremmo abbandonarlo e passare a qualcos’altro che sia più consono alla nostra forma fisica. Certo, molto dipende dalla “soglia del dolore” che ognuno di noi ha, ma la normale e accettata associazione tra allenamento e dolore è assolutamente indebita. Il fatto che un allenamento ci faccia soffrire non è in alcun modo garanzia che quell’allenamento raggiunga i risultati sperati.
Mi raccomando, stiamo allerta su questo punto e non proviamo a fare i maratoneti della domenica. Come abbiamo già espresso più volte, risultati apprezzabilissimi in termini di perdita di peso e miglioramento della forma fisica possono essere raggiunti senza eccessiva fatica ma con la costanza in piccoli allenamenti (che ci impegnino un poco, s’intende)!