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Tanto bistrattato, ma con caratteristiche nutrizionali importanti.

Perché fa bene e come consumarlo.

 Negli ultimi tempi il latte è uno degli alimenti più bistrattati per cui sempre di più viene allontanato e sostituito con il “latte” di origine vegetale. Non voglio difenderlo a priori, ma analizzarne benefici e possibili controindicazioni cosicché ciascuno possa decidere se fa al proprio caso oppure no.

Innanzitutto esistono diversi tipi di latte in termini di composizione nutrizionale e le differenze dipendono dall’animale di origine (mucca, asina, bufala, capra…) e dal tipo di lavorazione al quale va incontro (intero, scremato, parzialmente scremato).

 

Sicuramente tra le sue proprietà spicca l’apporto proteico. Infatti le sieroproteine del latte sono importanti per la definizione della massa magra. Diventa quindi un alimento consigliato per lo sportivo, in cui però bisogna assicurarsi che non ci siano controindicazioni come colon irritabile o intolleranza al lattosio perché in tal caso i disturbi digestivi andrebbero a compromettere la performance sportiva per cui diventerebbe un alimento assolutamente sconsigliato. Inoltre, il latte promuove la produzione di leucina, un amminoacido che a sua volta induce la sintesi proteica.

 

Altro nutriente presente all’interno del latte è il calcio, quindi grande alleato delle ossa. E se pensiamo alla salute delle ossa, ci vengono immediatamente in mente i bambini, le donne con osteoporosi e gli anziani in generale, cioè tutte quelle persone che per motivi fisiologici o patologici hanno necessità di prendersi maggiormente cura dell’apparato scheletrico.  Come facciamo ad assicurarci il giusto apporto di calcio durante la giornata? Un bel bicchiere di latte e 2 litri di acqua e il gioco è fatto. Non dico che sono le uniche fonti (assolutamente!) e se non vogliamo pensare ai formaggi, possiamo ricorrere ai legumi, al tofu, al tempeh, alla frutta secca (mandorle, noci e pistacchi), ad alcuni semi (quelli di zucca e di sesamo) e ad alcune verdure (rucola, tarassaco, cicoria, radicchio verde, indivia, cavolo e crucifere). Quindi sicuramente le fonti sono tante, tuttavia il latte ne rappresenta una per eccellenza. Attenzione però con che cosa viene associato. Infatti, ci sono alcuni alimenti che ne diminuiscono l’assorbimento come il caffè e i cereali integrali. Capiamo quindi immediatamente che una bella tazza di caffè-latte con cereali integrali non può essere assunta con lo scopo di iniziare la giornata con il giusto apporto di calcio, perché l’assorbimento di quel calcio presente nel latte viene ostacolato dalla presenza della caffeina e del fitato dei cereali. C’è comunque fitato e fitato, la crusca ne è particolarmente ricca, mentre alcune lavorazioni ne diminuiscono il quantitativo, come per esempio la lievitazione lenta del pane. Quindi la crusca ostacola molto di più l’assorbimento di calcio rispetto a quanto possa fare una fetta di pane integrale con marmellata. Inoltre, la fibra (contenuta sempre nei cerali integrali) ne promuove l’eliminazione con le feci. D’altro canto non sto dicendo che dobbiamo evitare le fibre (ci mancherebbe!), però dobbiamo porre molta attenzione a come scegliamo e abbiniamo gli alimenti per non annullarne le proprietà nutrizionali, ma al contrario dobbiamo trattare ciascun cibo come un gran tesoro da cui trarre il maggior vantaggio.

 

Altri sostanze buone presenti nel latte sono il triptofano, un amminoacido precursore della serotonina, l’ormone del “buonumore” che, tra le sue tante attività, regola il ritmo veglia-sonno. Quindi un bel bicchiere di latte prima di andare a letto facilita un sonno tranquillo. Il latte introduce nel nostro organismo anche glutamina e cisteina, precursori del glutatione, uno dei più potenti antiossidanti intracellulari.

 

Detti tutti questi benefici, dobbiamo porre l’attenzione anche ad un grande nota bene: non esageriamo con la quantità di latte assunta durante la giornata, per un adulto infatti la quantità consigliata è di un bicchiere al giorno, meglio non andare oltre. Il latte infatti è una fonte anche di grassi soprattutto se questo viene scelto intero. Infatti un bicchiere di latte intero ha il 30% dei grassi, il parzialmente scremato il 10% e lo scremato l’1%. L’unico nutriente che cambia nei tre diversi tipi di latte è il contenuto in grassi, mentre le altre caratteristiche, calcio compreso, rimangono invariate. Possiamo quindi offrire anche ai bambini il latte parzialmente scremato o scremato in modo da ridurne l’apporto giornaliero di grassi, soprattutto se si tratta di un bimbo in cui bisogna controllare il peso corporeo.

 

Oltre che stare attenti a quanto latte bere, bisogna anche sapere che ci sono determinate condizioni in cui esso non fa parte degli alimenti consigliati, rafforzando l’idea che è sempre necessaria una personalizzazione dell’alimentazione perché un cibo che apporta caratteristiche nutrizionali buone non è detto che faccia bene a tutti.

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