Blog

Come può aiutarci la genetica? Vi presentiamo l’enzima MTHFR), un nome abbastanza difficile per un enzima alquanto importante.

 Come veniva pubblicato qualche anno fa, “il DNA non è il destino dell’uomo” eppure in esso si trovano preziose informazioni utili anche a scopo preventivo.

Una fra tante è la funzionalità dell’enzima metilentetraidrofolato reduttasi (MTHFR),un nome abbastanza difficile per un enzima alquanto importante.

Esso infatti è coinvolto nel metabolismo dell’acido folico, un derivato della vitamina B, che agisce nella conversione dell’omocisteina in metionina.

Continuano ad accumularsi nomi che non vi sembrano di grande interesse?

Allora proviamo a dare qualche altra informazione. Il gene che codifica per l’enzima può essere colpito da una variazione di sequenza (polimorfismo) che provoca una riduzione dell’attività enzimatica pari al 50%. In questo caso chiaramente la conversione non è più efficace e l’omocisteina si accumula nell’organismo. Ed ecco che arriviamo al punto: l’accumulo di omocisteina è associato all’ipertensione e alle patologie cardiovascolari. La buona notizia è che si può intervenire a livello preventivo con l’alimentazione. Infatti, la predisposizione genetica sfavorevole è un fattore di rischio soprattutto nei soggetti con un basso consumo di folati. In questo caso la strategia vincente risulta essere un aumento nella dieta di alimenti ricchi di folati come verdura a foglia verde (bietola, spinaci…), asparagi, broccoli, carciofi, cavoli di Bruxelles, mais, germi di grano, crusca, funghi, legumi, in particolare i ceci…. Attenzione! Alcool e fumo ne ostacolano invece l’assorbimento e ne aumentano l’escrezione e la cottura per ebollizione provoca una perdita di folati pari all’80%! Non finisce qua, l’altra buona notizia è che proprio i soggetti portatori della variante sfavorevole sono quelli che rispondono meglio alla supplementazione di folati.

A chi consigliare il test genetico? A tutte le persone affette da malattie cardiovascolari premature o ipertensione e ai soggetti diabetici. Inoltre, il test potrebbe essere interessante anche per i familiari dei portatori delle suddette patologie, poiché in questo caso, se il test svelasse l’assetto genico sfavorevole, si potrebbe intervenire immediatamente con un piano alimentare specifico prevenendo il più possibile la manifestazione della malattia.

Facciamo una prevenzione adeguata in modo che ciò che è scritto sui nostri geni non sia una sentenza definitiva, ma un invito ad abbracciare i piccoli cambiamenti più idonei alla nostra persona.

X