A proposito del Metodo N.I.Ge.F.

DA DOVE NASCE

PRINCIPI N.I.Ge.F.

Sono sempre stato in prima linea nella lotta contro tutti quelli che proponevano dimagrimenti facili, regimi estremi, rimedi miracolosi o farmaci poco leciti: la storia mi ha sempre dato ragione e con orgoglio rivendico il fatto di non aver mai barattato questa mia convinzione con l’idea di maggiori successi o maggior fama.

Dr. Primo Vercilli
Fondatore

SCOPRIAMO INSIEME

I CARDINI

I cardini fondamentali della N.I.Ge.F. devono sempre essere presenti in qualsiasi piano alimentare nato da questa metodologia. Essi sono:

  • REALIZZARE, ATTRAVERSO LA DIETA, UN PROGETTO EDUCATIVO
  • APPLICARE I PRINCIPI IMMUNO-GENO-FUNZIONALI
  • STABILIRE PER CIASCUNO LA MAPPA ALIMENTARE

Questi principi fondamentali troveranno quindi applicazione nei piani alimentari. La dieta è però semplicemente uno strumento: quello che conta è anche identificare un percorso! Il percorso, che ogni persona che si avvicina alla N.I.Ge.F. deve fare, è composto da quattro passi:

  • FASE DI CONSAPEVOLEZZA
  • FASE DI RIMODULAZIONE
  • FASE DI CAMBIAMENTO
  • FASE DI STABILIZZAZIONE

È COME DIRE CHE, PER FARE UN CERTO TIPO DI PERCORSO, DOBBIAMO “ESSERE ATTREZZATI” IN UN CERTO MODO!

Quindi, prima di vedere il percorso, cerchiamo di capire qual è l’attrezzatura che dobbiamo utilizzare:

REALIZZARE, ATTRAVERSO LA DIETA, UN PROGETTO EDUCATIVO

Affinché la dieta abbia una finalità educativa è importante che quello che proponiamo entri nella quotidianità della persona e non abbia caratteristiche di tipo prescrittivo; per questo, è fondamentale rispettare quattro punti:

EDUCARSI AL CONTROLLO

PRIMA CARATTERISTICA: NON PESARE GLI ALIMENTI – EDUCARSI AL CONTROLLO
E’ una delle cose che maggiormente viene richiesta dalla persona: seguire un regime alimentare, senza l’assillo di dover pesare gli alimenti; i ritmi di vita che sosteniamo, infatti, raramente ci permettono di controllare in modo attento le quantità degli alimenti. Ma, il fatto che non si debbano seguire quantità specifiche per ciascun alimento, non deve indurre la persona in errore, anzi la deve spingere ad avere una maggiore responsabilità: ecco perché parliamo di educazione al controllo.
Se non vogliamo pesare gli alimenti, ci assumiamo la responsabilità di lavorare, affinché la dieta sia una modalità educativa per ciò che riguarda il controllo delle porzioni.
L’educazione al controllo passa attraverso 4 regole fondamentali, che devono sempre essere applicate nella nostra dieta:

    • RIDURRE IL NUMERO D’INGREDIENTI NEL PASTO
    • PER CIASCUN ALIMENTO, MANTENERE LE QUANTITA’ RISPETTO AL PROPRIO SOLITO, MA ASSOLUTAMENTE NON AUMENTARLE
    • RUOTARE ADEGUATAMENTE LE COMBINAZIONI E GLI ALIMENTI (non ci si può saziare solo con gli alimenti che piacciono di più)
    • SEGUIRE UN REGIME CON ALCUNI PASTI PROTEICI IN ASSENZA DI CARBOIDRATI

Soffermiamoci insieme sulle prime due regole.

    • RIDURRE IL NUMERO D’INGREDIENTI NEL PASTO
    • PER CIASCUN ALIMENTO, MANTENERE LE QUANTITA’ RISPETTO AL PROPRIO SOLITO, MA ASSOLUTAMENTE NON AUMENTARLE

L’ esperienza dice che, se esse sono ben applicate, permettono una soddisfacente riduzione dell’introito calorico, senza stressare la persona a pesare rigorosamente gli alimenti.
Per chiarirci meglio le idee, facciamo un esempio. Ipotizziamo che la nostra giornata tipo, da un punto di vista alimentare sia composta nel modo seguente:

Colazione: latte, caffè, zucchero, brioche
Pranzo: pasta con pomodoro e parmigiano, verdure con olio e aceto, pane, frutta, vino
Merenda: un pacchetto di crackers
Cena: formaggio, verdure con olio e aceto, pane, frutta, vino.

Se in una situazione di questo genere togliamo lo zucchero dalla colazione, la frutta del pranzo la spostiamo a metà mattino, mentre togliamo il pane a pranzo; mettiamo poi al posto del formaggio, a cena, carne o pesce e portiamo la frutta a metà pomeriggio, al posto dei crackers.

Colazione: latte, caffè, brioche
Spuntino: frutta
Pranzo: pasta con pomodoro e parmigiano, verdure con olio e aceto, vino
Merenda: frutta
Cena: carne o pesce, verdure con olio e aceto, pane, vino.

In questo modo, abbiamo già ottenuto un risparmio calorico di circa 500 Kcal. Con sistemi simili, ma più articolati, possiamo arrivare a risparmiare circa 3.800 – 4.000 Kcal a settimana, per un totale di 15.000 – 16.000 Kcal al mese: un simile risparmio ci può tranquillamente permettere di perdere 2.5 – 3.0 Kg di peso al mese.
Tra l’altro è chiaro che riducendo il numero d’ingredienti per ogni pasto, matematicamente si abbassano le possibilità che una persona possa commettere errori nella preparazione del pasto, perché i parametri che deve tenere d’occhio sono sicuramente pochi (la presenza o meno di tre o quattro o cinque ingredienti).
Un aiuto sostanziale alla riuscita della dieta ci è dato comunque dalla terza e quarta regola e cioè:

    • RUOTARE ADEGUATAMENTE LE COMBINAZIONI E GLI ALIMENTI (non ci si può saziare solo con gli alimenti che piacciono di più)
    • SEGUIRE UN REGIME CON ALCUNI PASTI PROTEICI IN ASSENZA DI CARBOIDRATI

L’applicazione di un regime lievemente iperproteico IN ALCUNI PASTI è fondamentale per ottenere un certo dimagrimento con questo sistema. Ferma restando la convinzione che lo stile alimentare di tipo mediterraneo è decisamente migliore rispetto a regimi sbilanciati, che, tra l’altro, aboliscono o riducono drasticamente il consumo di carboidrati, in questa fase è comunque opportuno utilizzare dei pasti con scarso contenuto di cereali. La scelta di fornire un regime lievemente iperproteico (SOLO IN ALCUNI PASTI) è solo un passaggio provvisorio, che deve portare la persona ad imparare meglio a gestire uno stile di vita mediterraneo. In 20 anni di esperienza abbiamo verificato infatti, che, se anche le altre regole della dieta sono applicate in modo corretto, sono sufficienti, mediamente 4 o 5 pasti in una settimana a base esclusivamente proteica (carne magra o pesce + verdure, con olio oppure sostituendo le proteine animali con derivati della soia o seitan) per ottenere un risultato soddisfacente in termini di diminuzione del peso. In ogni caso, durante la giornata, l’apporto di carboidrati è comunque garantito da una buona colazione, da uno spuntino e da una merenda e da un altro pasto in cui sono sempre presenti alimenti a base di glucidi complessi. Effettivamente tutti i principi nutrizionali sono ben rappresentati nell’arco della settimana. Come dicevamo, questo è solo un passo che però deve portare a dare degli strumenti di PADRONANZA nella gestione alimentare e deve indicare un cammino che, alla fine, porterà comunque alla realizzazione della PIRAMIDE DELLA NUTRIZIONE IMMUNO GENO FUNZIONALE.

EDUCARSI ALL'ATTESA

SECONDA CARATTERISTICA: INSERIRE NEI LIMITI DEL POSSIBILE GLI ALIMENTI CHE PIACCIONO DI PIÙ – EDUCARSI ALL’ATTESA
La persona deve riuscire ad utilizzare la dieta al fine di capire come gestire proprio gli alimenti che più gli piacciono. In questo frangente, tra l’altro, è fondamentale far capire come non deve scandalizzare la trasgressione, ma anzi essa deve essere presa come una tappa fondamentale nel cammino per capire come evitare di ricaderci. In linea di massima, per facilitare l’adesione della persona alla dieta, almeno nella fase N.I.Ge.F di RIMODULAZIONE, conviene lasciare la colazione invariata rispetto alle proprie abitudini; questo perché la colazione, per molti, è un momento molto importante, quasi rituale: lasciarla invariata, predispone meglio le persone a seguire la dieta e ci permette, magari, di chiedere qualche piccola rinuncia in più in altri momenti della giornata.
Estremamente interessante sarebbe, tra l’altro, utilizzare alimenti che facciano parte della propria tradizione. Negli U.S.A. è stato tentato un approccio rispettoso delle caratteristiche culturali, in termini di lingua, dieta, partecipazione familiare e incorporazione di credenze culturali in riferimento alla salute in messicani americani diabetici, che ha confermato i vantaggi di un intervento di questo tipo.
Il problema più grosso, però, non è tanto inserire in un regime alimentare i cibi che ci piacciono di più, quanto piuttosto educarci ad utilizzarli. Ecco perché, in questo caso, parliamo di educazione all’attesa. Normalmente, quando un cibo ci piace, lo vogliamo subito e spesso. È proprio questo il punto critico. La dieta ci deve servire per imparare un rapporto corretto con gli alimenti che ci piacciono di più e tale rapporto non può prescindere dall’imparare un ordine e una misura.

EDUCARSI ALLA SCELTA

TERZA CARATTERISTICA: DARE NELLA DIETA DIVERSE OPZIONI DI SCELTA – EDUCARSI ALLA SCELTA
Questa per me è una caratteristica importantissima, poiché dà la possibilità alla persona di interagire in modo completo con la prescrizione alimentare: è la persona che deve fare la scelta finale sulla propria alimentazione. Solo in questo modo, riesce lentamente a discriminare tra la fame e l’appetito e solo in questo modo riesce a diventare protagonista all’interno della sua alimentazione. Attraverso questo meccanismo, inoltre, la persona comincia ad acquisire abilità nella gestione della propria alimentazione. La finalità di dare più opzioni di scelta è in ogni modo mirata ad obbligare la persona a capire meglio quello che vuole, a distinguere tra fame biologica e fame emotiva. Facciamo un esempio: nel mio metodo a volte, propongo opzioni di scelta tra alimenti con caratteristiche nutrizionali differenti, ma che obbligano maggiormente la persona a chiedersi cosa effettivamente vuole in quel momento. Vuole saziarsi o vuole semplicemente premiarsi con qualcosa? Ecco che, magari, propongo di scegliere, in alcune situazioni, tra pane e gelato: è chiaro che se la persona ha più fame sarà costretta a scegliere il pane, ma se già riesce a saziarsi con gli altri ingredienti del pasto e ha voglia di qualcosa di dolce, allora potrà tranquillamente scegliere il gelato.
Scegliere è di per sé già un fatto da vivere con estrema soddisfazione, perché non sempre, nella nostra giornata, nella nostra vita, possiamo farlo: a volte non abbiamo scelta, a volte abbiamo solo un’opzione. Il meccanismo dello scegliere, chiama pienamente in gioco la nostra libertà; ma, attenzione: non è più libero chi ha più opzioni di scelta, ma semplicemente chi sa scegliere!

EDUCARSI A RIPARTIRE

QUARTA CARATTERISTICA: APPLICARE UN MECCANISMO DI COMPENSO DOPO UNA TRASGRESSIONE – EDUCARSI A RIPARTIRE
La trasgressione è sicuramente un momento importante, che viene vissuto più o meno da tutte le persone che seguono un regime alimentare controllato. Il problema non è però se questo momento accade; il problema è piuttosto come la persona interpreta l’avvenimento. La trasgressione è un elemento assolutamente inevitabile, che non dipende dalla volontà, ma dalla semplice mancanza di abilità e dalla mancanza di educazione. La persona deve comprendere che la singola trasgressione non è necessariamente il sintomo del fallimento, anzi non lo è mai, a patto che non trovi, in quel singolo episodio, l’alibi per abbandonare il programma.
Infatti, la cosa importante è non scandalizzarsi dell’errore commesso (eventuale trasgressione), ma, facendo tesoro di quell’esperienza, trovare motivazioni valide per una ripartenza. In termini tecnici, la trasgressione viene chiamata “relapse”, cioè ricaduta. Durante il relapse le persone manifestano sensi di colpa, di vergogna e di imbarazzo, tipici della condizione di fallimento. Fortunatamente, dopo il relapse, c’è sempre la possibilità di rientrare in un programma che già si stava seguendo.
Per ripartire è fondamentale non “far finta di niente”, ma essere consapevoli di ciò che è successo: solo così si può attuare una strategia che ci permetta di recuperare in modo adeguato i piccoli danni che abbiamo provocato con la nostra trasgressione.

L’aspetto cruciale del metodo N.I.Ge.F. è che la dieta proposta non è uguale per tutti. Attenzione. Definire gli alimenti idonei per ciascuno non significa solo dividere il cibo in buono o cattivo, ma scoprire quali son gli alimenti più idonei in base al proprio metabolismo attraverso la mappa N.I.Ge.F., per dare un aiuto in più per mangiare tutto. Ciò permette all’organismo di metabolizzare il cibo correttamente evitando il più possibile l’accumulo di radicali liberi e il verificarsi di processi infiammatori. Così la dieta diventa un interessante veicolo per il benessere e non il classico triste strumento per dimagrire.

I PARAMETRI PER LA DEFINIZIONE DELLA MAPPA N.I.GE.F.

La Mappa N.I.Ge.F. è il risultato di una complessa parametrizzazione di diverse centinaia di alimenti. Più di 200 caratteristiche nutrizionali sono messe in relazione con oltre 150 parametri clinici e di laboratorio e una serie di SNPs legati alla nutrizione.

QUELLO CHE I CLIENTI DICONO DI NOI

Laura

Con piacere Le comunico che sono arrivata alla meta senza fare troppa fatica.

Rosanna

Al di là del calo, la cosa incredibile è che è la prima volta in anni di diete iniziate e interrotte per riprendere più peso di prima, seguo un regime alimentare perfettamente adatto a quello che vorrei mangiare, in quantità libere, e mangiando perfino cioccolata e biscotti!

Federica

Il mio obiettivo di 56 kg è stato raggiunto! Ho passato un periodo di vacanza senza seguire la dieta ma è davvero cambiato il mio modo di mangiare. Personalmente sono più che soddisfatta! La ringrazio tantissimo!!
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